venerdì 15 giugno 2012

IMBALLARE CORRETTAMENTE: UN DOVERE, NON UNA SCELTA

L’articolo 5 della legge 283 del 1962 punisce le modalità di conservazione potenzialmente pericolose degli alimenti e la violazione del diritto dei consumatori all’affidamento ed alla tranquillità nei confronti del rischio di alterazioni dei prodotti nei casi di cattiva conservazione e indipendentemente dall’avvenuta alterazione del prodotto
(Cassazione penale sez. III, sentenza 24.04.2002 n° 15491)


L’uovo: alimento fresco, salutare, alla portata di tutti. Ma anche fragile cellula di vita. È quindi di fondamentale importanza la maniera in cui l’uovo viene non solo imballato, ma anche trasportato e messo a disposizione del consumatore.
L’uovo non presenta una carica batterica naturale: quando deposto risulta sterile, ma dotato di notevoli barriere difensive naturali. Le prime sono costituite dal guscio (cuticola esterna e membrane interne) e le seconde dalle sostanze presenti nell’albume (lisozima, conalbumina e pH).


L’uovo è una cassaforte contro il mondo inquinante esterno che deve proteggere e alimentare una nuova vita.



Lo sviluppo di soluzioni di confezionamento adeguate per le uova deve tener conto di numerosi parametri. In primo luogo della fragilità intrinseca di un prodotto che, nonostante le "protezioni alla fonte", risulta delicato in relazione al mantenimento delle qualità organolettiche e di sicurezza sanitaria. Ben si comprende, quindi, la severa attenzione espressa dalla normativa in merito alla protezione e alla corretta conservazione del prodotto; compito, questo, affidato all'imballaggio.
Alcuni si ricorderanno delle uova trasportate nelle casse di legno riempite di paglia, protette dagli urti, dall’umidità e dalla luce. È attorno agli anni ‘30 che negli Stati Uniti vennero inventati gli alveoli in carta riciclata e pressata a stampo.

Le uova respirano e traspirano. Per permettere che avvenga questo processo naturale, senza conseguenze negative per la qualità delle uova, esse richiedono un imballaggio che respiri, assorba la condensa che si forma a seguito degli sbalzi di temperatura, che crei un clima secco per prevenire formazione di muffe, che protegga e assorba gli urti e, cosa ancora più importante, che protegga le uova dalla luce.
La legge europea di riferimento, infatti, chiede espressamente che siano protette dalla luce e mantenute in luoghi freschi e asciutti. Sono indicazioni fondamentali.
Durante il trasporto, poi, assume una particolare rilevanza l’evitare rotture (anche micro rotture non visibili ad occhio nudo): lo stato di integrità del prodotto nelle confezioni è molto delicato e la fuoriuscita del liquido porta in breve tempo alla contaminazione batterica delle stesse. Contaminazione che viene favorita dalle condizioni ambientali: luce, sbalzi di temperatura (interno - esterno del punto vendita, casa del consumatore, frigorifero e poi cucina).
La confezione ideale deve essere pertanto in grado di proteggere dalla luce, di mantenere sempre l'ambiente asciutto, di attutire i colpi ed evitare rotture.

ASSORBENTE - TRASPIRANTE - IN GRADO DI ATTUTIRE GLI URTI
=
CONFEZIONE IN CARTA RICICLATA

Una confezione di carta riciclata è sicuramente tra le forme di imballaggio più indicate a formare il cosiddetto “secondo guscio” attorno all’uovo.
Le confezioni in fibra modellata costituiscono il mezzo migliore ad oggi per la conservazione delle uova, poiché proteggono dalla luce, mantengono un ambiente asciutto per le uova, sono assorbenti sia per quanto concerne l’umidità derivante dagli sbalzi di temperatura che per le eventuali uscite di liquido dalle uova casualmente rotte nel percorso logistico. Proprio all’approssimarsi della stagione estiva questa problematica diventa importante come non mai.
È fortemente necessaria una riflessione sulle tipologie di imballaggio e conservazione in essere: il consumatore deve essere protetto, sempre e comunque. È suo diritto acquistare sì delle uova fresche, buone, con tutte le garanzie del caso, ma anche protette e conservate in maniera tecnicamente idonea.


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