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lunedì 5 dicembre 2011

Quando una banalità diventa un ostacolo

Qualche giorno fa abbiamo affrontato un tema troppo spesso sottovalutato: alcune persone (non poi così poche), quando tornano a casa dal supermercato, si trovano di fronte ad un muro, più o meno ripido, fatto di tappi da svitare e barattoli e confezioni sigillate da aprire. Per noi sono gesti scontati, ma per altri rappresentano un vero incubo.

Tra queste persone, un vasto gruppo è rappresentato dai malati reumatici: stiamo parlando, solo in Italia, di circa 5 milioni di individui (dati Anmar- Associazione Nazionale Malati Reumatici); le malattie reumatiche sono, nel loro insieme, la maggiore causa di disabilità nella popolazione italiana.   
Tra le più comuni riconosciamo l’artrosi, l’osteoporosi, il tunnel carpale e l’artrite reumatoide.
Quest’ultima patologia cronica colpisce generalmente giovani donne, di età compresa tra i 30 e i 50 anni (300mila i malati nel nostro Paese), spesso madri di famiglia e lavoratrici, donne assolutamente normali e attive, che si trovano, all’improvviso, a dover rinunciare alla vita che hanno sempre conosciuto. Queste sono le parole di Daniela: «Per fortuna, ho una persona che mi aiuta nelle pulizie, io non ce faccio proprio più. Ma anche cucinare è un problema. Aprire un barattolo, tagliare la frutta, sciacquare i piatti. Per non parlare del bucato e della fatica per stendere i panni, comunque ho abolito le mollette da bucato, non riesco proprio più a usarle» (tratto da www.corriere.it/salute).  
Le sfide che chi soffre di artrite reumatoide deve quotidianamente affrontare sono innumerevoli: si comincia alla mattina, con la difficoltà nello svitare il tappo del tubetto del dentifricio, per finire alla sera, quando si rinuncia magari alla crema per il viso perché non si può continuare a chiedere “me lo apri?” a chi sta accanto; passando per i gradini degli autobus troppo alti e le maniglie delle porte troppo curve; facendo fatica a girare la chiave dell’auto nel cruscotto, a sbucciare una mela, a fare una passeggiata al parco.
C’è qualcosa che possiamo fare noi per queste centinaia di migliaia di persone? Forse sì. Se negli edifici pubblici si eliminano le barriere architettoniche, le industrie alimentari e i canali distributivi dovrebbero per lo meno cercare di venire incontro a chi ha esigenze diverse. Non stiamo parlando di una rivoluzione del packaging, ma di piccoli accorgimenti che potrebbero rendere più agevole la gestione quotidiana degli acquisti delle persone con difficoltà di manualità. E abbiamo visto come, la gran parte di loro, siano proprio le donne che vanno a fare la spesa. Evitare i cartoncini che ricoprono gli imballaggi sarebbe una mossa di partenza.
Hartmann ha pensato anche a questo, quando ha progettato i suoi imballaggi per uova delle serie  imagic® e Superface®: un’apertura facilitata, che viene incontro alle esigenze di tutti, senza compromettere, ma anzi  ampliando ancora di più, lo spazio dedicato alla comunicazione. Considerando che, in Italia, il consumo annuo pro capite è di 150 uova, per i malati reumatici si parla di 750 milioni di uova all’anno, cioè di circa 187 milioni di confezioni. Non sono cifre trascurabili.
Hartmann pensa al futuro: al futuro del nostro ambiente, con i suoi imballaggi in carta riciclata al 100% e completamente biodegradabile, e al futuro di tutti noi, che oggi siamo in grado di aprire agevolmente qualunque confezione, ma potremo farlo anche domani?!

mercoledì 16 novembre 2011

BELLE, ECOLOGICHE E SENSIBILI ALLE ESIGENZE DI TUTTI

Stiamo vivendo un periodo di crisi e questa realtà è sotto gli occhi di tutti.
La distribuzione e le industrie alimentari dovrebbero impegnarsi nell’offrire al consumatore prodotti di qualità a prezzi convenienti, senza dimenticare quella parte di fruitori, anziani e disabili, che, oltre a quelle economiche, si trovano di fronte ad altre difficoltà quotidiane.
Per la maggior parte delle persone, fare la spesa è una perdita di tempo e, una volta giunti a casa, lo è ancor più la sistemazione dei prodotti acquistati in frigo o dispensa (per non parlare della quantità di rifiuti da smaltire).
Per altri, però, questi momenti portano con sé degli ostacoli che rendono le azioni di tutti i giorni ancora più faticose: i prodotti alimentari, molto spesso confezionati in contenitori di plastica o in barattoli di vetro, sono difficili da maneggiare e da aprire per le persone anziane o i portatori di handicap.
Dovrebbe essere cosa ovvia semplificare l’apertura e la chiusura delle confezioni che si trovano nei punti vendita. L’Italia, paese a bassa crescita demografica, ha una fascia di persone anziane che si allarga sempre più.
La qualità di un prodotto non si misura oggi solo sulla base delle sue caratteristiche organolettiche, ma anche su altri importanti fattori basilari, quali l’impatto visivo, la riconoscibilità sullo scaffale, l’impatto ambientale e, non ultimo, la funzionalità dell’imballaggio una volta giunto nella casa del consumatore.
Un classico esempio è l’imballo che per lo più viene oggi usato per la protezione delle uova. L’Italia è rimasta l’unico mercato in Europa con una chiara predominanza di confezioni avvolte nei cartoncini. Una soluzione, questa, che dà la possibilità di avere una superficie molto ampia per la comunicazione, ma che non va incontro all’impronta ambientale e alla facilitazione della sua apertura.
Una scelta moderna nella direzione di un maggior rispetto verso le persone con carenza di manualità sono le confezioni Hartmann in carta riciclata, in particolare le serie imagic® e Superface®.
Le confezioni imagic® hanno vinto un importante riconoscimento da parte dell’Associazione Svedese Reumatici per la loro semplicità di manipolazione (leggi). Le Superface®, poi, coniugano alla praticità di apertura la comodità di un’ampia superficie per la comunicazione, ovviando alla necessità di utilizzare per questo scopo l’involucro di cartone.
Un punto in più a favore della distribuzione per dare un segnale di responsabilità sociale e favorire un’ampia fetta della clientela. Perché coscienza ambientale e coscienza sociale siano sempre al primo posto.

L’Associazione Svedese Reumatici ha assegnato il massimo punteggio alle confezioni per uova Hartmann

L’Associazione Svedese Reumatici ha recentemente classificato i differenti tipi di confezioni in base al modo in cui si aprono, per attirare maggiormente l’attenzione sulla semplicità della manipolazione degli imballaggi.
La valutazione mostra che gli imballaggi per uova Hartmann sono i più facili da maneggiare dal punto di vista di una persona disabile, perciò il cliente svedese di Hartmann, Svenska Lantägg, è stato premiato con un diploma per il miglior imballaggio, durante una cerimonia tenutasi a Stoccolma il 5 giugno 2004.
Svenska Lantägg acquista una grande varietà di prodotti Hartmann, come ad esempio imagic® e Miniposter pack®, giusto per citarne qualcuno.

L’Associazione ha realizzato questa valutazione nel corso di un progetto sull’imballaggio accessibile e ha concluso che la carne sottovuoto e le barbabietole in vasetto sono i prodotti più difficili da maneggiare, mentre le confezioni Hartmann sono le più semplici, seguite dal sapone e dalla margarina.
I membri locali dell’Associazione hanno nominato i propri candidati per i 5 peggiori e i 5 migliori imballaggi e, tutti insieme, più di 18mila membri hanno dato il loro voto, che ha conferito il punteggio maggiore al prodotto Hartmann.

Siamo stati davvero sorpresi quando abbiamo saputo che il nostro cliente svedese, Svenska Lantägg, ha vinto questo attestato per le confezioni portauova Hartmann”, ha detto Jan Sørensen, direttore regionale delle vendite di Hartmann Nordic, “ma siamo contenti e vediamo questo premio come il riconoscimento della fibra pressata, che è più facile e più leggera da maneggiare rispetto agli imballaggi in plastica
L’Associazione Svedese Reumatici punta ad introdurre un’etichetta speciale per l’accessibilità come la ben conosciuta etichetta ambientale per rendere più semplice per il consumatore prendere le proprie decisioni in negozio.

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