venerdì 27 gennaio 2012

DISIMBALLIAMOCI!

Eliminare gli inutili doppi o tripli imballaggi significa ridurre i rifiuti

Ogni anno, a livello mondiale, vengono prodotte più di un miliardo e mezzo di tonnellate di rifiuti urbani. In Italia, superiamo i 32 milioni di tonnellate, che si traducono in 550 chilogrammi pro capite. Avete letto bene, mezza tonnellata a testa!
Dal 2005 al 2006 la produzione dei rifiuti in Italia è cresciuta del 3% (dati APAT 2008) e continua ad aumentare anno dopo anno. La raccolta differenziata rappresentava nel 2006 in media il 26% ed è fortunatamente in crescita, ma il 54% della produzione di rifiuti urbani finisce ancora in discarica. Le regioni che presentano le più elevate percentuali di raccolta differenziata sono Veneto, Trentino, Lombardia e Piemonte. Al contrario, le regioni al di sotto del 10% sono Molise, Basilicata, Calabria e Puglia.
Gli imballaggi in carta immessi al consumo sono stati nel 2010 più di 4 milioni di tonnellate, con un tasso di riciclo pari al 78,7% (dati Comieco). Cifra di sicuro riguardo, ma non si può ancora festeggiare: circa 850 mila tonnellate di imballaggi cartacei non vengono riciclati e sono smaltiti in altro modo (riutilizzati o destinati alle discariche).  Gli imballaggi Hartmann sono biodegradabili al 100%, quindi, anche se non vengono correttamente riciclati, si dissolvono nell’ambiente senza rilasciare inchiostri chimici o sbiancanti sintetici.
Il riciclaggio degli imballaggi in carta ha segnato una ripresa pari al 3,8%; più contenuta invece la crescita del recupero  degli imballaggi in plastica: solo l’1,4% in più rispetto al 2009 (Rapporto “L’Italia del Riciclo” – Fise Unire).

Le merci sono destinate a diventare rifiuti: tutto è nelle mani dei consumatori (che scelgono in che modo disfarsi degli scarti) ma ancor più nelle mani e nelle azioni delle ditte produttrici, che possono influenzare il processo di smaltimento già durante la fase produttiva. È necessario pensare a tutta la vita del prodotto e il tipo di confezionamento è un parametro essenziale: utilizzare secondi o terzi imballi significa aggiungere rifiuti ai rifiuti, rimuoverli è fare ecologia.
Non a caso stanno riscuotendo successo i detersivi alla spina, i distributori di latte fresco e gli alimentari sfusi (pasta, cereali, dolciumi), anche se la loro reperibilità sul territorio nazionale risulta ancora troppo scarsa.

Si fa ecologia in qualunque momento, anche e soprattutto finché si scelgono i prodotti al supermercato: il sovraimballaggio che non abbia alcuna funzione protettiva o conservativa è per definizione superfluo. Non ha motivo di esistere. È dannoso per l’ambiente e rema contro lo sviluppo sostenibile.  
Anche gli imballaggi per le uova possono e devono fare la propria parte: non c’è motivo di avvolgere le confezioni nei cartoncini, i cosiddetti clusters, la cui funzione è meramente pubblicitaria. Esistono confezioni per le uova che risolvono egregiamente il dilemma, le Superface® di Hartmann: offrono un grande spazio per la comunicazione che non va però a discapito dell’impronta ecologica.
Perché aggiungere rifiuto a rifiuto? Le parole d’ordine del XXI secolo devono essere riciclare ed evitare gli sprechi.  


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