mercoledì 11 aprile 2012

UN FUTURO DI COLORATA QUALITA'

La fine degli anni ’70 e gli anni ’80 hanno visto la luce dei compact disc, la diffusione dei primi personal computer nelle abitazioni e dei telefoni cellulari in tasca. Si respiravano modernità e ottimismo. Si respirava voglia di novità. La qualità non era al primo posto delle preoccupazioni degli italiani, le speculazioni erano all’ordine del giorno.
Le confezioni per uova in materiale plastico risalgono a quel decennio. Come tutte le mode, dovrebbero essere state sorpassate dal nuovo. Dovrebbero essere state sostituite dal meglio. Si dovrebbe aver nuovamente voglia di novità, ma soprattutto di naturalità.
La moda delle materie plastiche è durata abbastanza. Basta guardarsi attorno: dove l’occhio si posa, plastica trova. Non parliamo delle discariche (in cui è normale che la plastica finisca), ma di strade, canali, fiumi, mari. 
Il progresso non è recesso, ma dovrebbe essere un costante e continuo (seppur lento) miglioramento della qualità della vita, che significa anche e soprattutto qualità dell’ambiente.
In nome del risparmio, invece, troppo spesso ciò che viene messo in secondo piano è proprio la qualità. Le aziende produttrici si concentrano su margini e costi, su profitti indeboliti e peso fiscale insopportabile, lasciando in secondo piano l’attenzione alla qualità e sostenibilità dei propri prodotti. I consumatori orientano sempre più le proprie scelte d’acquisto guardando alla sostenibilità dei prodotti, è ora che quest’ottica divenga primaria anche per le aziende produttrici.

UN PASSO AVANTI… E UNO INDIETRO

Sono nate le nuove plastiche, le plastiche biologiche, biodegradabili e compostabili. Bella idea, sicuramente un  passo avanti. Non si utilizzano più risorse non rinnovabili, come il petrolio, certo. Ma se un metro cubo di plastica biologica deriva da 10 kg di amido di cereali, farina di grano e oli vegetali miscelati (La Stampa-Ambiente), stiamo utilizzando risorse agricole, il cui consumo dev’essere consapevole e controllato. 
Gli imballaggi per uova Hartmann sono composti al 100% da carta riciclata, il che significa che, per la loro produzione, non viene sprecata nemmeno una risorsa, rinnovabile o non che sia.
La domanda di risorse naturali è in repentina crescita, la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone nel 2050. La pressione sugli ecosistemi si farà insostenibile. Secondo il WWF, tra meno di vent’anni l’umanità avrà bisogno di due pianeti per sostenere i propri consumi! (A. Tencati, 2012)

Solo il riciclo riduce la pressione della domanda di materie prime, oltre a ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO₂.
Il packaging sostenibile è:
·        Riciclabile
·        Realizzato con risorse rinnovabili
·        Biodegradabile
·        Riutilizzabile
·        Contenente materiali riciclati
(International Organization for Standardization, 2012)
-        
È necessario ridurre il consumo delle materie prime. Non è importante la biodegradabilità dei materiali, è fondamentale che possano essere riciclati, al fine di re-immettere nel ciclo produttivo le materie prime.  Lasciamo il petrolio alle automobili e il cibo sulle tavole.

Da ogni angolo ci viene richiesto sacrificio. Si respira pessimismo, il colore che domina le nostre giornate è il grigio. E’ ora di tornare all’ottimismo, è ora di tornare al colore!
Viviamo di emozioni, anche finché ci occupiamo di un’incombenza banale come la spesa al supermercato. Noi viviamo grazie ai profitti e nonostante le tasse, ma viviamo di qualità. Qualità della vita, qualità dell’alimentazione, dell’aria e dell’ambiente.


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