ALLARME PLASTICA:
IN TAVOLA IL CIBO CONFEZIONATO CAMBIA IL NOSTRO CORPO
Uno studio su 5 famiglie a San Francisco ha rilevato dosi più alte (fino a due terzi in più) di bisfenolo A nelle urine di chi fa uso di cibi a contatto con la plastica
"Burro all' ignifugo, succo di mela al nonilfenolo, birra alla dibutiltina, spaghetti cinesi al polistirene. E poi, giusto per gradire, pop-corn scoppiettanti di Teflon... Sai che c' è? Stasera mi faccio un bel piatto di plastica.
Tanto vale arrendersia leggere il menu che ci propina l' industria alimentare. A cominciare, come sempre, da quella americana. L' ultimo allarme arriva da una ricerca made in San Francisco: la città più salutista degli States. I ricercatori dell' Envoromental Health Perspective hanno condotto un esperimento da non suggerire agli smaliziati ideatori dei reality show. Hanno preso cinque famiglie e le hanno messe tre giorni a dieta. Non di cibi particolari: ma di cibi che non erano stati contaminati dalla plastica. Il risultato? Il confronto delle analisi ha lasciato stupefatti gli stessi scienziati.
I livelli di bisfenolo A, in codice Bpa, il composto organico usato per indurire la plastica, sono crollati di due terzi. Non solo. Quelli di di-2 etilesilflatato, in codice più comunemente Dehp, la sostanza che rende la plastica flessibile e trasparente, sono dimezzati. I risultati sono stati immediatamente rilanciati dalla più grande esperta dell' argomento, Susan Freinkel, l' autrice del fortunatissimo "Plastic: A Toxic Lovestory". Che sul Washington Post ha sentenziato: tutta colpa del packaging. Tutta colpa cioè della plastica usata per confezionare i prodotti.
Le buste che incartano i surgelati. Le bottiglie dell' acqua e dei succhi di frutta. La carta che avvolge il burro e la margarina. La plastica che avvolge gli affettati e raccoglie l' insalata già tagliata e lavata.
I pericoli per l' alimentazione non sono certo nuovi. E' dagli Anni 30 che i primi studi hanno cominciato a puntare il dito contro il Bpa, sì, proprio il composto che nelle famiglie sottoposte alla dieta antiplastica di San Francisco si è "liquefatto" in soli tre giorni. E come succede in tutti i paesi civile ogni nazione è corsa ai ripari. Ma già il fatto che si tratti di corsa in ordine sparso la dice lunga sull' efficacia e affidabilità delle varie proibizioni. Proprio il fatidicico Bpa, per esempio, è stato dichiarato tossico in Canada già due anni fa: è perché mai quello che devasterebbe lo stomacoa Montreal dovrebbe invece essere digeribilissimo a New York? Dal 1958 la Food and Drug Administration, cioè l'istituto che vigila su cibi e farmaci, ha analizzato e dato il via libera a 3000 composti chimici da poter utilizzare a contatto con i cibi. Sono i cosiddetti "additivi indiretti": non parliamo quindi delle sostanze usate nella preparazione del cibo ma di quelle usate nella preparazioni degli involucri. E che - volatilissime - lo aggrediscono comunque.

Ma è lo stesso Istituto nazionale della salute a riconoscere che un numero diverso di sostanze chimiche - ingerite separatamente e in piccole dosi - ha lo stesso effetto sul corpo di una sola e più potente dose. Con che rischi? Prendete quell' altro composto dimezzato dalla dieta antiplastica di San Francisco: il Dehp non solo può interferire con il testosterone durante lo sviluppo ma anche con la riproduzione maschile - oltre a provocare disfunzioni alla tiroide e piccoli cambi di umore.
Basterà per correre ai ripari? In America è partito un movimento di pressione per costringere la Food and Drug Administration a rivedere i parametri. Ma le lobby dell' industria sono riuscite finora a fare muro: indistruttibile come la plastica? - DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO NEW YORK "
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